Nell'Italia unita, il seme del Vangelo

“Al fine di assecondare il desiderio a Noi da moltissimi manifestato, che l’autorevole ed efficace voce dei Pastori dell’anime risuoni anch’essa in mezzo alle popolazioni, (…), Noi indirizziamo la presente a tutto il Venerando Clero Curato di questa Città e Diocesi, e lo invitiamo ad unirsi esso pure perché il comune voto [l’annessione al Regno di Vittorio Emanuale II] venga soddisfatto”. (…) Ci rassoda il conoscere che, proclamata in questi giorni la pace, anche queste province annesse al Regno di Vittorio Emanuele II, si comporranno così da veder promossi i veri interessi di tutti i cittadini…” (Federico Manfredini, Vescovo di Padova, 11 ottobre 1866). Basterebbe questa citazione, che mostra come la Diocesi salutò con favore l’entrata del territorio padovano nel Regno d’Italia (pur cinque anni dopo il 1861), per comprendere come le comunità cristiane della nostra Diocesi si sentono non solo parte ma anche protagoniste del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Se poi si viaggia per i paesi e le parrocchie della Diocesi, si scopre che il tricolore sventola da canoniche, patronati, e addirittura riveste interamente qualche campanile.
Il costituirsi di un popolo in unità, nel doveroso rispetto della pluralità delle comunità locali, delle tradizioni e della sussidiarietà dei livelli di organizzazione, è un fatto che non può che essere positivo, perché va nella direzione dell’unità e della fraternità degli uomini, dimensione originaria anche nel disegno divino. Un’unità che però è sempre da riconquistare, soprattutto negli animi, che possono essere ingannati dalle lusinghe dell’individualismo e della disgregazione. In questo senso il Vangelo, che spinge gli uomini all’unità mediante la fraternità, nel rispetto delle differenze, è veramente buona notizia per il futuro del nostro paese.
Chi si rifà al Vangelo poi sa che questa unità non si esaurisce in un popolo e in una nazione, ma si spinge fino all’unità dell’intera famiglia umana, per cui da un popolo unito nasce il desiderio di unità nella differenza con altri popoli. E questa direzione sarà tanto più marcata, quanto più all’interno di quel popolo unito si salderanno vincoli di solidarietà, di giustizia e di carità, pronti a “travalicare” i confini, in vista di una solidarietà universale. Di nuovo, in questo senso, il Vangelo vissuto e annunciato nel nostro paese è veramente buona notizia per il mondo intero.
Infine non manca, in questi giorni, la preghiera per il nostro paese, per coloro che ne hanno la guida politica, e perché tutti coloro che ne fanno parte ne avvertano la responsabilità, a seconda delle proprie capacità e funzioni. Dalla preghiere attingiamo le virtù personali e sociali. E’ dalla virtù di ciascuno che nasce un paese virtuoso. Anche in questo senso il Vangelo, appello alla solidarietà e alla carità per la coscienza di ciascuno, è veramente buona notizia per il nostro paese.
In questi giorni, in cui ricordiamo una ormai non più breve storia unitaria, ci sentiamo ancor più motivati nel nostro impegno di Pastorale sociale e di Formazione all’Impegno sociale e politico, perché avvertiamo che si tratta di un servizio d’amore al nostro paese.