Il bene che c'è tra noi – Orientamenti pastorali 2014-2015

«Il bene che c’è tra noi»(cfr. Fm 6). Spiazza sempre la Parola di Dio! Questo “motivo” che scandirà l’anno pastorale 2014-2015 veicola più fiducia di quanta ne possiamo attendere e alimentare noi cristiani di questo tempo. Si aprirà e si caratterizzerà così il cammino che la nostra Chiesa di Padova cercherà di percorrere nella prossima tappa annuale. Nello stesso tempo questa Parola non permette che ci illudiamo. L’espressione “c’è” indica una presenza e un’azione che non sono ancora compiute. Il bene a cui ci si riferisce è concreto e coinvolgente e, dunque, “faticoso”. Occorre desiderarlo, cercarlo, coltivarlo e condividerlo…
«Questa nostra Chiesa di Padova» ricomincia da questo dono, accetta la fatica di accoglierlo e di scoprirlo nella sua verità. Nello stesso tempo lo assume come «corresponsabilità nella missione». Il semplice fatto di accoglierlo e di scoprirlo dice la consapevolezza che esso trasborda, non è confinato, non è semplicemente “nostro”, tantomeno “mio”. È, sì, «tra noi», ma esso viene da lontano e ci conduce «oltre»
Il Consiglio pastorale diocesano ha tradotto tutto questo in un “orientamento” da perseguire lungo tutto il percorso del nuovo anno: «“allargare lo sguardo” che comporta un guardare avanti e su tutti i fronti con fiducia e speranza, ampliando le “vedute” delle nostre comunità. Papa Francesco simbolicamente invita la Chiesa “a uscire”…» (OP 2014-2015, p. 17).
Ed ecco due conseguenze di questo “ardire la missione” e “vivere con passione”:
1.     Il territorio con tutta la pregnanza dei suoi vissuti è un soggetto che parla e interagisce con la comunità cristiana che vi cerca i “segni dei tempi”, ossia fatti e parole di Vangelo già seminati, già incarnati. Sono le nostre comunità parrocchiali pronte a questo “ascolto”?
2.     Le “nuove generazioni” sempre nuovamente rappresentano un “inedito”. La comunità cristiana si sente provocata ad allargare lo sguardo, «lasciandosi sorprendere da loro, nella disponibilità […] a ulteriore ascolto, empatia e dialogo, riconoscendo la novità di Vangelo che loro possono manifestare» (OP 2014-2015, p. 24). Come è detto nel commento all’immagine dell’anno pastorale, sarebbe davvero coraggioso che le nostre comunità giungano a questa domanda e apprendano a sostare in essa: le nuove generazioni «non hanno forse una buona notizia da dare?».
Queste domande e lo sguardo allargato a cui esse inducono si spiegano e si esplicitano in rapporto al nuovo cammino dell’Iniziazione cristiana, lì dove le nostre comunità cristiane stanno reimparando ad essere «tirocinanti nella fede».
 
don Renato Marangoni, vicario episcopale per l'Apostolato dei laici
 
 
In allegato
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