Una riflessione del Vescovo Antonio sui suicidi

Aiutare a credere, sperare, amare

La frequenza con cui di recente si verificano dei suicidi – di adulti a causa di difficoltà economiche o di adolescenti per problemi esistenziali – ci addolora profondamente e ci deve interpellare, in particolare come cristiani che abbiamo a cuore il bene di tutti e condividiamo le sofferenze di ciascuno.
Vorrei assicurare ai familiari colpiti da questi gravi lutti la mia vicinanza spirituale e la mia preghiera, mentre invito le comunità cristiane a riflettere e pregare per queste intenzioni.
Sui media sono state espresse analisi e riflessioni su questi casi dolorosi, e non sono mancate lodevoli iniziative di solidarietà.
A questo proposito vorrei condividere un breve pensiero. Nel mio animo avverto un forte contrasto tra questi episodi che denotano vuoto, tristezza e fallimento e quello che scrive Papa Francesco all’esordio dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (EG, 1).
È fondato e vero quello che scrive Papa Francesco? Io ne sono convinto.
Chiedo allora se, insieme alle analisi di tipo economico, sociologico e psicologico – alle quali riconosco un valore – non si debba riflettere anche sulla crisi e sull’eclissi di vita spirituale, di fede e di fiducia in Dio. Una visione e un’impostazione secolarizzata della vita non coglie tutta la profondità delle esigenze della persona. E, d’altra parte, è impossibile evitare il male con le sole nostre risorse umane.
Perché allora dev’essere un tabù parlare di esigenze spirituali della persona?
Accanto a una seria riflessione sul piano politico ed etico, per quanto riguarda molte problematiche legate alle conseguenze di una crisi che sta intaccando anche il piano dei valori e del vivere comune, questi episodi interpellano in modo particolare il compito educativo dei genitori, degli insegnanti, delle comunità cristiane e delle associazioni e chiedono una rivisitazione e un ripensamento delle modalità relazionali di prossimità e di solidarietà. Quali valori e modelli di vita proponiamo ai giovani?
Noi vescovi italiani abbiamo proposto degli orientamenti intesi a “Educare alla vita buona del Vangelo”. Non sarebbe il caso di prestarvi attenzione? L’educazione suppone una visione della persona in tutte le sue dimensioni.
Non dovremmo aver paura di fare proposte culturalmente e spiritualmente elevate, ricche di contenuti, aiutando ad affrontare con forza e fiducia le difficoltà della vita. Vorrei richiamare, a questo riguardo, una riflessione del Papa Benedetto XVI sulla sofferenza:
«Possiamo cercare di limitare la sofferenza, di lottare contro di essa, ma non possiamo eliminarla. Proprio là dove gli uomini, nel tentativo di evitare ogni sofferenza, cercano di sottrarsi a tutto ciò che potrebbe significare patimento, là dove vogliono risparmiarsi la fatica e il dolore della verità, dell’amore, del bene, scivolano in una vita vuota, nella quale forse non esiste quasi più il dolore, ma si ha tanto maggiormente l’oscura sensazione della mancanza di senso e della solitudine. Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore» (Enciclica Spe Salvi, 37).
 
Invito a ritrovare le sorgenti della fede, della speranza, della preghiera. Dio è Padre e non ci abbandona, ci infonde luce e coraggio per cui il credente ha questa fiducia: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (Sal 23,4).
«La fede opera attraverso la carità» (Gal 5,6) e le opere di misericordia. La carità ha un cuore, ma ha pure occhi penetranti per vedere le necessità del prossimo e venirvi incontro.
Ecco allora un programma che tutti possiamo cercare di attuare: credere, sperare, amare, aiutare a credere, a sperare, ad amare.
 
+ Antonio, vescovo
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