Nel 2012 l’assegnazione a sorpresa del Nobel per la Pace, quest’anno le iniziative per l’Anno europeo dei cittadini, nel 2014 le elezioni che decideranno la composizione del futuro Parlamento. Mai come in questo momento l’Europa è sotto i riflettori, ma mai come in questo momento il progetto europeo è oggetto di ripensamenti e sembra essere messo in discussione da più parti. L’edizione di Openfield di quest’anno, in programma sabato 9 novembre (9.45-16, aula magna della Facoltà Teologica del Triveneto) vuole proporre un contributo al dibattito su questo tema. Cittadini d’Europa – i cristiani alla prova dell’unità europea il titolo scelto per l’appuntamento promosso dalla Scuola di formazione all’impegno sociale e politico e dalle associazioni laicali della diocesi (Ac, Acli, Agesci, Csi e Noi). «Abbiamo scelto un tema di cui si parla molto, ma spesso in modo superficiale o contraddittorio. L’Europa viene indicata a seconda dei casi come la causa di tutti i nostri mali o come l’unico baluardo che consente ancora al nostro Paese di restare in piedi», è la considerazione del delegato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro don Marco Cagol. Da qui la riflessione maturata all’interno del gruppo degli organizzatori: «Come cristiani e come cittadini sentiamo il bisogno di riappropriaci di un’idea corretta di Europa. L’appuntamento del 9 novembre sarà inoltre un’occasione per chiederci quale ruolo possono avere i cristiani nella costruzione di un progetto che troppo spesso è lasciato ai tecnocrati e che invece è un fatto culturale, spirituale e in parte anche religioso». Un processo che è stato accompagnato anche dalla Chiesa: la Comece – Commissione degli episcopati della comunità europea – interviene spesso con documenti ed eventi pubblici dedicati ai temi caldi del dibattito a Bruxelles, preziosa anche la pubblicazione Sogno un’Europa dello spirito del cardinale Carlo Maria Martini. Un rapporto – quello fra Chiesa e istituzioni europee – non privo di problemi e nodi da sciogliere. Se i politici cristiani – in primis Alcide De Gasperi – hanno avuto un ruolo decisivo nella nascita del sogno europeo e nella sua costruzione, contribuendo accanto a socialisti e liberali a dar vita a una “casa comune”, «oggi in alcuni casi l’Europa sembra assumere una connotazione anticristiana», è l’analisi di don Cagol. «Quale tipo di cultura sta prendendo piede nella costruzione dell’Europa? Si tratta di un interrogativo che interpella la Chiesa in modo forte». Un dibattito sull’Europa non potrà prescindere dalla dimensione dell’ecumenismo, ma anche dall’orizzonte ormai sempre più vicino del prossimo maggio: sondaggi alla mano, c’è chi pronostica un boom delle formazioni anti-europeiste, alcune delle quali estremiste. E’ dei giorni scorsi la rilevazione effettuata in Francia secondo cui se si andasse a votare oggi il partito di Marie Le Pen sarebbe addirittura in testa. Uno scenario che evidenzia l’urgenza di un dibattito e un approfondimento su elezioni spesso percepite dall’opinione pubblica come “elezioni di serie B” e dove il rischio astensionismo appare sempre più elevato. La riflessione di Openfield 2013 non si limiterà all’Unione europea: la prolusione introduttiva sarà affidata a monsignor Aldo Giordano, osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, organismo che riunisce 47 Paesi. Seguirà un dibattito fra gli ex parlamentari europei Pierluigi Castagnetti e Gabriele Albertini. Nel pomeriggio una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di una rappresentanza delle associazioni laicali di altri paesi europei.