Piste di impegno per il bene comune nella nota post-Aquileia2.
E' stata pubblicata nei giorni scorsi la nota pastorale dei vescovi del Triveneto: un documento che raccoglie i contenuti più significativi emersi dal secondo Convegno ecclesiale delle comunità del Nordest (Aquileia e Grado, 13-15 aprile 2012).
Quello del bene comune era uno degli ambiti su cui sono stati chiamati a dare il proprio contributo i partecipanti al Convegno.
Le proposizioni emerse su questo temi, grazie al lavoro di discernimento e confronto portato avanti nei gruppi, sono così sintetizzate nella nota dei vescovi:
– la valorizzazione, nei percorsi formativi alla fede, della responsabilità del cristiano nei confronti del “bene comune” e dell’impegno civile, sostenuta da una maggiore capacità di profezia delle comunità ecclesiali nel territorio, donando il lievito del Vangelo.
– un intenso impegno di formazione alla carità, affinché essa maturi in corresponsabilità nelle molte situazioni di povertà e in una più fattiva collaborazione tra le comunità cristiane nel servizio ai più bisognosi, secondo lo spirito pedagogico della Caritas.
– una conversione convinta al buon uso dei beni personali e comunitari: da gestire secondo giustizia e con criteri di sobrietà e solidarietà, prestando attenzione e cura per i modelli e stili di vita, operando nella trasparenza e profezia con i beni e le risorse appartenenti alle comunità cristiane.
L’impegno per il bene comune è quindi indicato come una delle priorità per il cammino pastorale.
«Ha toccato molto da vicino gli animi – spiegano i vescovi nel documento – l’appello rivolto da Benedetto XVI proprio nella sua visita ad Aquileia. Lo facciamo nostro e vorremmo diventasse un impegno da assumere e sul quale continuare a confrontarci, maturando iniziative e proposte: “Continuate ad offrire il vostro contributo per umanizzare gli spazi della convivenza civile. Da ultimo, raccomando anche a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico. Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una “vita buona” a favore e al servizio di tutti» (Discorso, Aquileia 7 maggio 2011).
La nota pastorale sottolinea poi la necessità di recuperare la Dottrina sociale della Chiesa:
«Sotto questo profilo, sentiamo viva l’esigenza di riproporre il valore della Dottrina sociale della Chiesa. I percorsi formativi della comunità cristiana attingano ad essa come ad una fonte indispensabile per maturare testimonianze di vita e proposte di formazione cristiana. Dovremmo valutare iniziative adeguate in grado di collocarci nei contesti socio-culturali odierni con proposte di grande valore. È questa un’esigenza di carità accanto a quella che abbiamo saputo esprimere negli ultimi anni facendoci vicini sul territorio e assumendo i tanti volti della povertà, anzitutto tramite le Caritas».
L’ultimo passaggio è dedicato al tema dell’immigrazione:
«Un altro fronte sul quale ancora dobbiamo ulteriormente maturare è quello dell’incontro con uomini e donne, bambini, giovani ed anche anziani che sono giunti nelle nostre terre a motivo del complesso fenomeno dell’immigrazione. La loro presenza sta modificando a fondo la struttura della nostra società e portando risorse lavorative, sociali e di fede. Di conseguenza dovremmo cercare nuovi stili di accoglienza rispettosa, di integrazione culturale, di riconoscimento e promozione di tutti i diritti per ciascuna persona, di dialogo ecumenico e di evangelizzazione. La carità sollecita noi cristiani ad essere autentici testimoni della fede in Gesù Cristo, uomini e donne di giustizia e di pace».
In allegato il testo completo della nota.