Rendere grazie al Creatore per il dono di una terra feconda e meravigliosa

Dire grazie significa  riconoscere di aver ricevuto un DONO, UN REGALO  da  qualcuno;  inoltre  chi  ringrazia  vuol  dire  che  ha aperto gli occhi perché si è trovato tra le mani una PERLA  ed è alla ricerca di chi ne è l’autore  o di un figlio che ha ricevuto  in eredità un pezzo di terra, bella ma fragile, feconda ma delicata; a  lui  spetta  il compito diconservarla   non solo per  il suo valore ma soprattutto per quello che significa, per  l’amore che dice, per  lapaternità che significa, per la fraternità alla quale invita, per la vita di famiglia a cui richiama. Rendersi conto di aver ricevuto un dono e DIRE GRAZIE (liturgia) È PRENDERSI UN IMPEGNO PER LA VITA. 

 IMPEGNARSI, MI STA A CUORE 

Molto spesso noi trasformiamo  le nostre  liturgie  in un  insieme di gesti e riti quasi magici attraverso i quali pensiamo ottenere la vita eterna, la salvezza, le grazie che chiediamo, la salute , il paradiso. E siamo convinti che basta chiedere e poi magari continuare tranquillamente a vivere come il miracolo fosse cosa di Dio, che automaticamente  quasi  è  obbligato  a  risponderci,  perché  ci  riteniamo  buoni. Ma  non  è  proprio  così.  La richiesta,  la preghiera,  la lode, IL RINGRAZIAMENTO comporta una PRESA DI COSCIENZA di quello di cui abbiamo bisogno per condividere una vita buona con tutti e allora diventa un IMPEGNO,  un atteggiamento di cura per me e per il mondo che mi circonda perché divento capace di sentire, amare questo mondo con il cuore di Dio. A lui sta a cuore questo mondo, a lui piace che questa TERRA sia un GIARDINO, è suo desiderio che tutti possiamo sedere alla stessa mensa, come fratelli, è sua volontà che tutti abbiano un pezzo di terra dove vivere e un tetto sulla testa per ripararci, Lui esige che tutti siano felici e sposa la causa DEL POVERO, DEL DEBOLE, DELL’INDIFESO. ( Es.3,7-10 ) .  A noi chiede aiuto perché la sua volontà diventi realtà, perche il suo grido di aiuto per gli ultimi del mondo sia ascoltato, perché le ricchezze della terra siano condivise, a noi  chiede di non ostacolare  il suo piano d’amore ma essere MANI E BRACCIA CHE AIUTANO, CURANO, ACCAREZZANO,  ABBRACCIANO,  cuori  che  sognano  e  amano  gratuitamente  e  senza  misura.  CI  STA  A CUORE QUESTO MONDO? LAVORIAMO E LOTTIAMO PER RENDERLO GIARDINO PER TUTTI!  

TERRA MADRE  

La terra è un bene di tutti, un bene che va rispettato e curato perché sia per tutti  . Ma quello che dobbiamo imparare dai paesi del sud del mondo è la relazione che essi hanno verso la terra. Essa per loro È MADRE e quindi  LA  RELAZIONE  che  dobbiamo  stabilire  con  lei  è  non  di  sfruttamento ma  DI  CURA,  sapendo  che sempre la madre ci darà io suo latte . Ma se la trattiamo male, se la sporchiamo con il sangue dei poveri del mondo  per  estrarre  in  modo  assassino  e  incontrollato  le  ricchezze  che  porta  nel  suo  ventre,  allora  si ribellerà, non ci riconoscerà come figli… e comincerà a difendersi.  Nell’Amazzonia equatoriale vive una tribù di  indigeni,  gli  Achuar  che  hanno  come  tradizione,  farsi  seppellire  sotto  il  letto  dove  hanno  dormito Raccontava un noto antropologo  che  loro  amano  farsi  scavare  la  tomba  sotto  il  letto  ancora mentre  sono agonizzanti  ..  Che macabri,  possiamo  pensare. Non  è  proprio  così  anzi.  A  chi  è  nel  punto  di morte piace sentire i colpi di piccone nel ventre della madre, perché sa che è la sua stessa madre che lo sta chiamando a sé e che lo accoglierà quando cesserà di vivere in questo mondo. La morte diventa la possibilità di ritornare nel ventre della propria madre. Immaginiamo quindi le reazioni verso chi  vuole perforare il ventre della loro madre  per  estrarre  petrolio  o  altri minerali. Ma  anche comprendiamo  LA  RELAZIONE  PERSONALE che questi popoli hanno CON LA TERRA che ritengono loro Madre. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento che dovremmo avere anche noi. 

 RINGRAZIARE DIO per la terra e la sua fecondità è una cosa meravigliosa perché manifesta chiaramente una coscienza che comporta un impegno, UN PRENDERSI CURA,  perché questa terra dove noi oggi viviamo sia per tutti , per tutti i popoli , buona e feconda anche per le generazioni future. 

 BIBLIOGRAFIA : 

BOFF L. Spiritualità per un altro mondo possibile. Ospitalità, convivenza, convivialità, Queriniana,  Brescia 2009, ; 

LAUSTER J. , Dio e la felicità , la sorte della vita buona nel cristianesimo, Queriniana, Brescia, 2006. 

  Riferimenti biblici: Lc 4,18-19; Lc 6,20-26 

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