Don Mario “della ZIP” ci ha lasciato

Più di 40 anni di vita dedicata alla pastorale del lavoro nella Zona industriale di Padova

Mons. Mario Gastaldo è passato alla vita eterna venerdì 6 luglio alle 7.30 del mattino all'Opera della Provvidenza a Sarmeola. In questi giorni doveva essere, come il solito,  ad Asiago nella casa diocesana per ferie.  Invece sabato si è manifestato il male che covava dentro e che in pochi giorni l'ha portato alla morte con il blocco dell'attività renale.  Fino all'altra domenica si era recato nella caserma dei Vigili del fuoco di Padova, dove dal 1991 garantiva la messa domenicale, anche quando le sue condizioni avevano portato a chiedere l'ospitalità all'Opera della Provvidenza.
Don Mario era nato nel 1924 a Megliadino san Fidenzio ed era divenuto prete nel 1947, con una numerosa  schiera di compagni di ordinazione, di cui per tutta la vita promosse gli incontri. Dopo alcuni anni di ministero come cooperatore a Lion, Piove di Sacco, Calcinara, trovò la sua singolare vocazione a Villa Estense. Arrivato come cooperatore nel 1954 volse il suo interesse ai tanti giovani che in quel tempo emigravano e si recò a trovarli in Francia con la sua vespa varie volte. Intuì che si poteva fare qualcosa per fermare questa emorragia di giovani.   Col consenso del Vescovo e del Parroco (che l'hanno liberato dalle incombenze strettamente parrocchiali), s'è dedicato anima e corpo all'avvio e alla costruzione del Centro Professionale “S. Giovanni Bosco”, che ha fatto riconoscere dalle autorità competenti, dando qualificazione professionale (muratori, elettricisti, meccanici)  a più di 1.500 giovani della Bassa Padovana.
Visto questo notevole risultato, nel 1967 il Vescovo mons. Girolamo ha nominato Don Mario cappellano dell'O.N.A.R.M.O.  incaricandolo di dare  consistenza alla Pastorale del Lavoro nella nuova Zona Industriale di Padova (ZIP). Facendo perno sulla Cappella di S. Giuseppe Lavoratore, nella IV Strada, dove ha fissato la sua abitazione e il suo “quartiere generale”,  avviò la cura pastorale dei lavoratori della ZIP non solo con la visita periodica alle fabbriche, ma avviando varie forme di presenza.
Per la formazione professionale, il sostegno sindacale, giuridico, legale, fiscale, ecc. ha fatto sorgere il Centro Sociale della ZIP. Il Centro Sociale pensato da Don Mario non è mai stato la cinghia di trasmissione di nessun partito o sindacato o ideologia, ma un centro di formazione, di cultura, di promozione umana, sociale, religiosa dei lavoratori e delle loro famiglie.
Don Mario ha dato inoltre  vita ad uno strumento di collegamento, informazione e formazione  con la rivista “NOI della ZIP” oggi al 36° anno di vita, con una tiratura di 12.000 copie. Per gestire questa rivista ha creato la Cooperativa “Amici del Rinnovamento Culturale”.  
Per promuovere  l'incontro, l'aggregazione  interculturale con altre popolazioni, civiltà e religioni ha favorito  il turismo culturale, religioso, guidando lui stesso innumerevoli viaggi e  creando  l' Associazione “Amici IV Strada ZIP”, che ancor oggi  invia sulle strade del mondo migliaia persone.
Questa organizzazione poliedrica si reggeva sul contributo  gratuito di decine  di collaboratori, alcuni al suo fianco da 40 e più anni. Ecco, Don Mario ha saputo far emergere competenze e disponibilità in  dirigenti, dipendenti, associazioni di categoria, sindacati, enti pubblici di controllo, promovendo una pastorale non parrocchiale. Ha legato a sé, nonostante il suo carattere deciso e scattante, persone, dei più diversi livelli culturali e delle più diverse appartenenze politiche. L'obiettivo proposto a tutti era quello di servire al meglio la formazione umana, cristiana e professionale dei giovani lavoratori, sullo stile di S. Giovanni Bosco.
Fu promotore instancabile di migliorie molto concrete della logistica della Zona industriale, a beneficio di coloro che lì passavano molte ore delle loro giornate. Ha tenuto per anni anche alcune posizioni molto nette su alcuni problemi concreti come ad esempio l'idrovia, facendone proprio un suo cavallo di battaglia.
Alcuni segni di riconoscimento della sua attività religiosa e sociale sono stati la nomina a Cappellano di Sua Santità col titolo di monsignore nel 1989 e l'iscrizione nell'albo dei Padovani Eccellenti da parte del Comune di Padova nel 2007.
Mons. Mario aveva lasciato l'incarico nel 2003, e con lui si chiude una stagione della Pastorale del lavoro che ha accompagnato gli anni della crescita della Padova industriale. Il ” Don Mario della ZIP” ha scritto una pagina di storia non solo religiosa, ma anche sociale del nostro territorio.
 
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato sarà celebrata nella chiesa del suo paese natale Megliadino san Fidenzio lunedì 9 luglio alle ore 10, presieduta dal vescovo mons. Antonio Mattiazzo.
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