Lavoro (a) misura di comunità

A trent'anni dalla Laborem Exercens, la festa del lavoro e Giovani Paolo II beato

Trent’anni fa Giovanni Paolo II pubblicava l’Enciclica Laborem Exercens, un testo insuperabile sull’esperienza umana del lavoro. La Provvidenza ha fatto sì che la Domenica Ottava di Pasqua, nella quale Benedetto XVI ha voluto fosse collocata la Beatificazione del suo predecessore, cadesse quest’anno il 1° di Maggio, giorno tradizionalmente dedicato dalla comunità civile (ma anche da quella ecclesiale con la memoria di San Giuseppe Lavoratore) al lavoro. Una coincidenza felice, per un uomo, un papa, che ha posto al centro di tutta la questione sociale il lavoro, in quanto attività propria della persona umana, non subordinabile a nessun altro valore, né economico, né politico.
Anche quest’anno la nostra Diocesi ha voluto dare particolarmente risalto alla festa del lavoro, organizzando e promuovendo una serie di eventi che sono segnalati in questo sito. Tra tutti, la Messa celebrata dal Vescovo Antonio Mattiazzo presso la Cappella San Giuseppe Lavoratore alla ZIP, come momento di preghiera e di speranza per il mondo del lavoro.
Nell’anno in cui come Diocesi ci stiamo interrogando come la Comunità sia grembo che genera alla fede, per analogia ci pare importante porci la domanda su che tipo di lavoro stia generando la nostra società e la comunità economica, e quale comunità sia in grado di generare (o viceversa di distruggere) il lavoro così come è organizzato e vissuto oggi. Come Chiesa ci sentiamo di ribadire che il lavoro non può non essere un bene comune che sta a cuore a tutta la comunità civile, politica, economica, e che il lavoro, le sue condizioni, la sua quantità e qualità, sono un indicatore preciso della civiltà di una comunità e di un paese.
La prospettiva di senso che ci viene dalla visione biblica e cristiana, può aiutare coloro che hanno responsabilità politiche ed economiche a considerare il lavoro come bene comune della comunità; e può aiutare a vivere il lavoro in modo compatibile con il complesso della vita personale e sociale, inserendosi armoniosamente tra i diversi fattori che promuovono lo sviluppo umano integrale (che non può essere ridotto alle sue dimensioni materiali).
La comunità cristiana ai diversi livelli, a questo proposito, può certamente svolgere un compito formativo e profetico, annunciando il vangelo del lavoro: basterebbe solo riprendere e riproporre i temi contenuti nella splendida enciclica sul lavoro di Giovanni Paolo II.
 
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