Il giorno 13 novembre i quasi 100 lavoratori della società Agile s.r.l. (ex-Eutelia), sede di Padova, si sono recati presso il Vescovado, per consegnare una lettera al Vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo; lettera nella quale esponevano la vicenda della loro azienda, e i possibili preoccupanti scenari futuri. Una delegazione è stata ricevuta, e ha potuto sia raccontare la situazione, sia esprimere le preoccupazioni personali e famigliari. La vicenda dell’Agile è all’attenzione anche dei media e del Governo, perché è una situazione particolarmente dolorosa, dove non tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo è chiaro.
La visita, che troverà risposta in una lettera del Vescovo indirizzata ai lavoratori stessi, è l’occasione per la nostra Chiesa diocesana per continuare a rimanere attenta alle molteplici situazioni che in questo periodo si vanno creando in numerose aziende, con un occhio di particolare vicinanza alle situazioni concrete delle persone che si trovano in seria difficoltà. Anche gli ultimi dati, purtroppo, ci dicono come di fatto la situazione, dal punto di vista dell’occupazione, non stia migliorando. In particolare ci sono fasce di lavoratori particolarmente colpite, e a rischio, che vedono anche molto difficile un possibile rientro nel circuito lavorativo.
Più volte, il Vescovo con la Diocesi ha levato la voce per richiamare ciascuno alla propria responsabilità, affermando con chiarezza che «sarebbe ingiusto» che «a pagare le conseguenze più pesanti della crisi fossero principalmente le persone e le famiglie che vivono del solo lavoro e che sono ben lontane dalla responsabilità che stanno all’origine della crisi» (cfr. Messaggio del Vescovo alla Diocesi Cristiani e crisi economica. Rinnovarsi nello spirito e nei modelli di vita, 22 marzo 2009). Ancora più ingiusto se all’origine delle crisi aziendali vi fossero ardite azioni speculative, ad ogni livello.
Siamo consapevoli che molti imprenditori stanno facendo di tutto per salvare i posti di lavoro dei propri collaboratori, e che se a volte sono costretti a scelte dolorose è per motivazioni non dipendenti da loro. D’altro canto vogliamo sempre richiamare alla massima considerazione del lavoro e dei lavoratori, che, come diceva Giovanni Paolo II nell’enciclica Laborem exercens (n° 7), non possono mai essere considerati mera «forza» o «merce», da dismettere in modo facile quando non serve più. Dice Benedetto XVI nell’ultima sua enciclica Caritas in veritate: « L'estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata dall'assistenza pubblica o privata, minano la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale. Desidererei ricordare a tutti, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità: “L'uomo infatti è l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale”» (n° 25)
Impressiona vedere come situazioni di difficoltà lavorative si ripercuotano su tutta l’esistenza della persona, a volte anche in forme drammatiche. Da un lato è necessario non scoraggiarsi mai, ancorarsi alle risorse che ciascuno ha dentro di sé, anche nei momenti più duri della vita, e avere sempre voglia e forza di rinascere; dall’altro è doveroso l’impegno forte e fattivo da parte di tutti per evitare che le persone si trovino in situazioni di precarietà e totale assenza di opportunità lavorative.
La Chiesa di Padova è vicina ai lavoratori e alle loro famiglie, e anche agli imprenditori seriamente e responsabilmente impegnati a salvaguardare il capitale umano; e la Diocesi si fa presente nelle situazioni più dolorose attraverso l’azione concreta della Caritas e gli aiuti del fondo straordinario di solidarietà (insieme con la Fondazione Cassa di Risparmio) e attraverso le comunità parrocchiali poi sono luoghi dove ciascuno può trovare solidarietà e sostegno. Per ogni informazione sulle azioni messe in atto dalla Diocesi è possibile contattare l’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, ai numeri indicati in questo stesso sito (contatti).
In calce riproduciamo il Messaggio integrale del Vescovo sulla crisi economica, pubblicato il 22 marzo scorso.