Sabato 10 ottobre, nell’Aula Tesi della Facoltà Teologica del Triveneto, ha avuto inizio l’annuale attività della Scuola per la formazione all’impegno sociale e politico. In collegamento ideale con la 46ª Settimana sociale (Reggio Calabria, ottobre 2010) le attività formative della Scuola si propongono come “agenda di speranza” per il futuro del paese. “Agenda” è un’impegnativa parola latina che indica non ciò che può essere fatto, ma ciò che “deve” essere fatto. Ecco allora che la formazione all’impegno, e prima ancora alla capacità di conoscere e comprendere la realtà sociale e politica, diviene dovere e responsabilità primaria del cristiano che, attraverso le cose del mondo, coopera alla salvezza. Tutto, oggi, congiura per marginalizzare la consapevolezza della necessità della formazione sociale e politica. La complessità delle dinamiche economiche e sociali, lo scadimento morale nell’azione dei partiti, l’imbarbarimento formale – e spesso sostanziale – dell’agire politico stesso, la faziosità, le incertezze e soprattutto la disabitudine a un discernimento comunitario spingono a privilegiare altri campi di formazione e impegno. Ma questo è un peccato di omissione: non ci si può illudere di dare a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare se non si conosce Cesare. Né si può sempre delegare ad altri la presenza fattiva nella realtà della vita sociale e pubblica, quasi considerandola incompatibile rispetto all’agire cristiano e condannando, così, chi vi si impegna a una solitudine che può degenerare in isolamento o in arroganza. E tuttavia non è pensabile che ogni parrocchia oggi sia in grado di inserire nei suoi percorsi formativi, come pure sarebbe doveroso e necessario, la conoscenza almeno degli elementi di base della dottrina sociale della Chiesa. Seguendo il principio della sussidiarietà, il biennio di formazione alla conoscenza, alla corresponsabilità, all’impegno sociale e politico viene riproposto alle parrocchie come ai singoli cristiani non certo come scuola di partito, ma come necessario completamento della propria formazione umana e cristiana, come forma alta di una “educazione civica” in cui il cittadino sia sempre riconosciuto e rispettato nel suo essere persona. Il compito è impegnativo, ma i tempi sono favorevoli proprio perché siamo in difficoltà; sapienza formativa, amore per il creato e le creature, capacità di riflessione e di impegno connotano la nostra tradizione e possono essere ulteriormente sviluppati; c’è davanti a noi un tempo di speranza da cogliere con fiducia.