Parco dei Maronari

"Sono in te tutte le mie sorgenti"
(Sal 87)

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Al termine del sentiero ci accoglie il Parco dei Maronari, un bosco con un fascino da fiaba. I Maronari sono un’antica varietà di castagni ottenuta dall’innesto di castagni provenienti da zone diverse; hanno le radici di un tipo di castagno e la chioma di un altro tipo. Questi alberi sono capaci di vivere in eterno: quando il tronco si spezza a causa del vento oppure di un fulmine, le radici rimangono ancora in vita e danno nutrimento ad una piccola gemma nascosta sotto la corteccia del ceppo, che crescendo diventerà il nuovo tronco con nuove radici. Per questo sostando in silenzio ci si sente immersi nell’eternità: abbracciati da grandi tronchi dalla corteccia spessa che segna solchi profondi come le rughe di vecchi saggi e custoditi dai rami contorti, che come capelli spettinati mostrano un bellezza senza trucchi e senza tempo.

Troviamo uno spazio di quiete e ammirando i vecchi Maronari custodi di saggezza, riportiamo alla memoria la nostra storia. Lasciamo andare le tracce di male accumulate nel nostro cuore: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,18-19). Risignifichiamo i nostri ricordi e in un atteggiamento libero da ogni giudizio crediamo che “qualunque cosa ci rimprovera il nostro cuore, Dio è più grande del nostro cuore” (1 Gv 3,20). 


Sostiamo…

Quando siamo pronti continuiamo l’esplorazione. Il bosco custodisce una pozza d’acqua denominata "zona umida". Una rarità nei Colli Euganei che permette la vita a canne di palude, giunchi ed alcune felci, oltre che ad anfibi come il rospo comune, alla salamandra pezzata e al tritone alpestre. Quando piove a lungo nella zona si formano delle pozze utili non solo per abbeverarsi. La fauna selvatica infatti utilizza queste pozze per farsi i fanghi. Il trattamento di immersione nel fango permette di soffocare tutti i parassiti che attaccati al pelo provocano un insopportabile prurito.

 

Un luogo che ci riporta alle sorgenti interiori da cui attingiamo le energie vitali della nostra esistenza e da cui ripartiamo rinnovati, fiduciosi che il nostro Dio è sempre all’opera (Gv 5,17) e fa nuove tutte le cose (Ap 21,5).
 

“Gli scritti dei profeti invitano a ritrovare la forza nei momenti difficili contemplando il Dio potente che ha creato l’universo. La potenza infinita di Dio non ci porta a sfuggire alla sua tenerezza paterna, perché in Lui affetto e forza si coniugano. In realtà, ogni sana spiritualità implica allo stesso tempo accogliere l’amore divino e adorare con fiducia il Signore per la sua infinita potenza. Nella Bibbia, il Dio che libera e salva è lo stesso che ha creato l’universo, e questi due modi di agire divini sono intimamente e indissolubilmente legati…” 

(LS 73)